Il responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti: “La pubblica amministrazione non deve essere, come è stata per troppo tempo, un ammortizzatore sociale anti-disoccupazione”
Roma - “Nella sanità l’inversione dei fini amministrativi rasenta l’apoteosi. Mi dispiace per i lavoratori atipici, ma la pubblica amministrazione dovrebbe servire a erogare servizi al cittadino e non a risolvere i problemi dell’occupazione”. Questo il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti, sulla questione dei precari che operano nell’ambito della sanità regionale e che non possono essere assunti a tempo indeterminato per via del blocco delle assunzioni. La situazione è particolarmente grave nei due nosocomi capitolini, l’Umberto I e il Sant’Andrea. “ Nel nostro Paese - ha aggiunto il responsabile laziale del movimento guidato da Antonello de Pierro - sussistono fondati dubbi sulla correttezza della selezione dei lavoratori a scadenza che poi si trovano a essere assunti in pianta stabile. In realtà la nostra Costituzione prevede un metodo di accesso all’impiego che è quello più giusto e premia il merito e la capacità, ossia l’assunzione tramite espletamento di procedura concorsuale. Nel ‘magna-magna’ generale, l’approssimazione regna sovrana e assistiamo a contraddizioni intollerabili, come nel caso dei 200 vincitori di concorso al comune di Roma, assunti dopo un anno solo grazie alle elezioni europee e al calcolo dei voti che avrebbe preso Alemanno. Serve quindi un ripensamento generale di tutto il sistema per introdurre termini che nell’epoca del liberismo selvaggio e del darwinismo deteriore sembrano quasi bestemmie. Mi riferisco a programmazione e pianificazione delle risorse, esattamente il contrario di precarietà e approssimazione”.
Roma - “Nella sanità l’inversione dei fini amministrativi rasenta l’apoteosi. Mi dispiace per i lavoratori atipici, ma la pubblica amministrazione dovrebbe servire a erogare servizi al cittadino e non a risolvere i problemi dell’occupazione”. Questo il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti, sulla questione dei precari che operano nell’ambito della sanità regionale e che non possono essere assunti a tempo indeterminato per via del blocco delle assunzioni. La situazione è particolarmente grave nei due nosocomi capitolini, l’Umberto I e il Sant’Andrea. “ Nel nostro Paese - ha aggiunto il responsabile laziale del movimento guidato da Antonello de Pierro - sussistono fondati dubbi sulla correttezza della selezione dei lavoratori a scadenza che poi si trovano a essere assunti in pianta stabile. In realtà la nostra Costituzione prevede un metodo di accesso all’impiego che è quello più giusto e premia il merito e la capacità, ossia l’assunzione tramite espletamento di procedura concorsuale. Nel ‘magna-magna’ generale, l’approssimazione regna sovrana e assistiamo a contraddizioni intollerabili, come nel caso dei 200 vincitori di concorso al comune di Roma, assunti dopo un anno solo grazie alle elezioni europee e al calcolo dei voti che avrebbe preso Alemanno. Serve quindi un ripensamento generale di tutto il sistema per introdurre termini che nell’epoca del liberismo selvaggio e del darwinismo deteriore sembrano quasi bestemmie. Mi riferisco a programmazione e pianificazione delle risorse, esattamente il contrario di precarietà e approssimazione”.
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