mercoledì 24 febbraio 2010

Emergenza negli ospedali romani, il j’accuse di Marinelli



Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “La corruzione nel Welfare italiano traghetta il cittadino direttamente alla bara”

“C’è un evidente legame tra la corruzione e il dissesto finanziario della sanità laziale. Milioni di euro provenienti dall’Erario, utilizzati per acquistare ville e auto di lusso piuttosto che ambulanze e macchinari per gli ospedali”. Con questa netta ed impietosa analisi, il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli ha commentato l’ennesima emergenza sanitaria dovuto al sovraffollamento dei reparti ospedalieri. Sempre più critica la situazione nei nosocomi capitolini: ambulanze respinte all’arrivo in Pronto Soccorso, pazienti con codice rosso che stazionano anche per giorni prima che si liberi un posto in reparto. Complice anche il recente taglio dei posti letto, sono circa cinquecento al giorno i malati in lettiga in attesa di una sistemazione in reparto. La cruda analisi di Marinelli prosegue con una critica al sistema di Welfare italiano, “sbandierato solo nei programmi elettorali a differenza di quello scandinavo in cui, a parità di pressione fiscale con il nostro paese, il cittadino è realmente assistito dalla culla alla bara. In Italia invece, si tende a trascurare la prima e garantire la seconda, se un cittadino che arriva in Pronto Soccorso con codice rosso non può essere immediatamente visitato”. Per l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro, la classe politica italiana è a un bivio: “O decide di sopprimere questa parvenza di stato sociale, o allontana dalla gestione della cosa pubblica papponi e corruttori che determinano sistematici casi di malasanità”.

mercoledì 17 febbraio 2010

Detenuto rom non può incassare risarcimento di 400 mila euro, Marinelli disgustato

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Si ripresenta per l’ennesima volta il problema dello strapotere delle banche”

Roma – “È incredibile come le banche riescano ad imporre le proprie regole. Lo stato abdica al proprio ruolo, permettendo a queste entità di fare il loro comodo senza nessun correttivo. Allo stato attuale non esiste segmento della popolazione che non sia oggetto delle attenzioni degli esperti di marketing delle banche”.

È con queste parole che Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, tuona contro alcuni istituti di credito, rei di non aver accettato come proprio cliente un detenuto di origine rom.

Il soggetto in questione non può versare un bonifico di 400 mila euro, derivato da una causa intentata all’Ater, poiché non può aprire un conto corrente intestato a suo nome.

Banche importanti, come la stessa Unicredit che lo ha anche messo per iscritto, hanno definito l’uomo carcerato quale cliente indesiderato.

“Stante il famoso adagio di nota memoria (vedi Vespasiano) per il quale il denaro non puzza, mi stupisco del fatto che un signore con 400 mila euro non sia desiderato. Si ricorda che l’unico mezzo di pagamento avente valore legale nel Regno Pontificio, del quale anche la provincia di Viterbo fa parte, è la moneta sonante – ironizza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – per cui sarebbe sufficiente pretendere il pagamento in tale moneta da depositare successivamente sul conto corrente intestato alla casa circondariale di Viterbo. Se fossimo un paese serio – conclude Marinelli – il problema sarebbe facilmente risolvibile, ma fra chiese varie, mafie e banche, non si capisce chi detta le regole. E mentre discutiamo, i detenuti continuano a perdere giorno dopo giorno la propria umanità”.

martedì 16 febbraio 2010

Aria fuorilegge nella capitale, l’appello della Nieddu


La viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Le polveri sottili stanno rendendo questa città invivibile. Chiedo che il Comune affrontati al più presto un concreto piano di mobilità”



Roma – “È sotto gli occhi di tutti che il problema della qualità dell’aria che a Roma ogni giorno respiriamo si sta evolvendo sempre più in maniera critica. In condizioni di forte umidità l’odore dello smog è riprovevole. Addirittura siamo arrivati ad una situazione tale che l’inquinamento è palpabile anche nei vagoni della metropolitana e in quelli dei treni di tratte a media percorrenza. Siamo in presenza di un quadro globale veramente insostenibile, la problematica deve essere affrontata d’urgenza e con la massima attenzione ”.
Queste le parole con cui Anna Nieddu, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, commenta i dati pubblicati dall’Arpa secondo cui a Roma un giorno su tre l’aria è irrespirabile. Dall’inizio del 2010 in ben 82 occasioni è stato superato il limite massimo di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili Pm10.

“Bisogna porre al cittadino delle alternative valide all’utilizzo dell’automobile, incentivando l’uso dei mezzi pubblici. Per questo – denota l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – si deve potenziare il trasporto pubblico per la città, con l’aumento di bus elettrici e della frequenza delle corse. Allo stesso tempo si devono creare più aree pedonali, soprattutto nel centro storico, dove oramai è divenuto impossibile passeggiare per le bellezze della città senza districarsi in mezzo al traffico. Infine – conclude la Nieddu – chiedo un sistema di monitoraggio efficace che certifichi la respirabilità dell’aria nella metropolitana.

lunedì 8 febbraio 2010

Già noto l’accoltellatore del buttafuori di Ostia, aggredì anche De Pierro




L’aggressore e il suo mandante tentarono d’intimidire il presidente dell’Italia dei Diritti dopo una denuncia per abusi edilizi. L’analisi di Marinelli sul degrado sociale a Roma



“L’ennesimo episodio di follia urbana riporta all’attenzione generale lo scadimento dei rapporti e dei valori connotanti la civile coabitazione”. Queste le prime parole del responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli in riferimento all’accoltellamento di un addetto alla sicurezza in una discoteca sita in zona Infernetto a Roma. Il buttafuori ha solo negato l’ingresso al malvivente sia perché questo era ubriaco e sia perché il locale era prossimo alla chiusura. L’aggressore, A.S., è un pregiudicato già noto alle forze dell’ordine della zona di Ostia e sembrerebbe trattarsi dello stesso uomo che tempo fa aggredì a scopo intimidatorio il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro e suo fratello. Il leader del movimento aveva denunciato degli abusi edilizi, commessi dal mandante di A.S. ed entrambi già rinviati a giudizio, favoriti dal comportamento omissivo di alcuni tra vigili urbani e dipendenti dell’ufficio tecnico del XIII Municipio. “Tanti anni fa – prosegue Marinelli - Rousseau parlò di contratto sociale e qui pare che l’inadempimento è all’ordine del giorno e quel che è peggio è che non c’è nessun ‘giudice’ atto a far rispettare i termini dell’accordo. Tante volte infatti chi dovrebbe intervenire, per esempio le forze dell’ordine, si voltano dall’altra parte e fanno addirittura finta di non vedere. Allo stesso tempo i valori imperanti sono quelli della sopraffazione e della prepotenza: dalla guida degli arroganti conducenti d’ingombranti Suv sulle corsie preferenziali e nei parcheggi in doppia fila, fino ad arrivare al bullismo nelle scuole, al mobbing sui posti di lavoro e addirittura nelle relazioni più intime, nello stalking e nella violenza tra le mura domestiche. In questo fosco quadro – conclude Marinelli - di scadimento generale piccoli mostri crescono: dal piccolo sopruso fino ad arrivare all’accoltellamento”.

lunedì 1 febbraio 2010

Rogo in casa di riposo a Santa Marinella, Celardo chiede giustizia


Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “L’assenza di controllo e il non rispetto della legge alla base della tragedia”

Roma, 1 febbraio 2009 – “Come movimento esprimiamo tutto il nostro cordoglio ai familiari delle vittime. Spesso ci si rivolge infatti a strutture private perché il sistema pubblico ha delle falle che creano le condizioni a strutture fatiscenti e irregolari di esistere.” Parla così il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, in merito al dramma accaduto all’Oasi Villa Chiara, una casa di riposo di Santa Marinella dove due anziani, di 91 e 82 anni, hanno perso la vita soffocati dalle esalazioni propagate da un incendio.

Le vittime sembrano state chiuse a chiave in un ripostiglio perché considerati dal personale della residenza “piuttosto irrequieti”. I gestori della casa di riposo, completamente abusiva, sono stati arrestati mentre due dipendenti sono state iscritte nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia.“E’ incredibile come nessuno, tra clienti, medici, badanti e vari operatori, si sia mai accorto di nulla. Sarebbe bastata una segnalazione alla Guardia di Finanza per far scattare gli accertamenti – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -. La Asl non ha effettuato i controlli dovuti, ci aspettiamo dunque che il sindaco si costituisca parte civile in segno di solidarietà e chiediamo che la magistratura locale sia attivi per verificare se ci siano altre strutture non autorizzate nella zona”.

L’Oasi Villa Chiara (che sulla carta risultava come un "bed and breakfast"), pur non avendo nessuna convenzione con la Asl, era stata controllata un mese fa e aveva tutti i permessi necessari. Ma la "dependance" era sfuggita ai controlli degli ispettori perché secondo i titolari si trattava di un magazzino. “La sicurezza in Italia viene troppo spesso violata per indifferenza e sciatteria – conclude Celardo –. E’ la mancata applicazione delle norme e dei controlli che ci fa scivolare in condizioni disumane”.

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Celardo contro la chiusura della General Electric di Ferentino


Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Motivazioni vaghe. Un segnale negativo per i lavoratori e per tutta l’industria italiana”

Dopo 34 anni la General Electric, l’impianto che produce sostanze chimiche per il trattamento delle acque e processi associati di Ferentino, in provincia di Frosinone, ha deciso di chiudere. L’Italia dei Diritti si schiera al fianco dei lavoratori che stanno protestando contro questa decisione. Il viceresponsabile regionale del movimento, Carmine Celardo, commenta: “La scelta della General Electric rappresenta un segnale negativo nei confronti dell’industria nostrana e straniera. Una decisione che influisce pesantemente sulla rappresentatività dell’Italia nella scena internazionale ma, soprattutto, che infonde ancora più sfiducia a livello occupazionale”.
I vertici aziendali della GE hanno stabilito che entro l’anno lo stabilimento dovrebbe chiudere, licenziando18 lavoratori, tra impiagati e operatori. La chiusura è stata giustificata in quanto farebbe parte di un piano di riorganizzazione su scala internazionale del comparto produttivo, al fine di migliorare e facilitare la distribuzione dei prodotti. “ Non si capisce come mai abbiano scelto l’unica sede in Italia della multinazionale, considerata il sito migliore in Europa per quantità di certificazioni in sicurezza e qualità – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro. – Bisogna contrastare la fuga di questi grandi marchi, ecco perché il governo deve intervenire per evitare che si diffonda questa sensazione di smobilitazione”.

Una politica aziendale che dunque non convince. Infatti, mentre lo stabilimento di Ferentino chiude, continueranno nella loro attività quello francese e belga, con meno certificazioni rispetto a quello ciociaro. I 18 dipendenti potrebbero perdere il lavoro per meri motivi campanilistici. “Il prossimo presidente della Regione Lazio dovrà affrontare anche questi problemi perché andranno ad incidere sull’andamento dell’economia locale. Ma ancor di più – conclude Celardo – peseranno in termini di fiducia da parte dei cittadini. Per questo sollecitiamo le organizziamo sindacali affinché si attivino con immediatezza e risolutezza”.

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