lunedì 13 dicembre 2010

Italia dei Diritti denuncia degrado via di Castel Fusano a Ostia


Il presidente del movimento Antonello De Pierro : “Chiediamo all’assessore Amerigo Olive di attivarsi senza indugi per riasfaltare il tratto in questione”

Roma – Ogni giorno i cittadini di Ostia e quanti percorrono via di Castel Fusano, rischiano la vita. Drammatiche le condizioni in cui versa l’importante tratto del litorale, il terreno è infatti pieno di buche e rigonfiamenti provocati da nodose radici sviluppatesi senza controllo. Un pericolo per tutti, che emerge chiaro nella denuncia dell’Italia dei Diritti.

“Nell’ambito del degrado stradale che affligge il Tredicesimo Municipio – dichiara Antonello De Pierro, presidente del movimento - ,pur tenendo conto delle difficoltà della messa in sicurezza di vie minori da parte dell’assessorato ai lavori pubblici, non si può evitare di intervenire però su alcune strade fondamentali per la viabilità del territorio. Sono strade trafficatissime che collegano punti cruciali. Non assumere provvedimenti idonei per la messa in sicurezza di queste strade, denota sicuramente una negligenza o incapacità imperdonabile da parte di chi è deputato a garantire la percorribilità del manto stradale. Tra queste strade via di Castel Fusano che è fondamentale in quello che è l’agevole scorrimento del traffico su Ostia e zone limitrofe versa in un degrado intollerabile per una tratto percorso da autovetture motocicli e anche biciclette”.

L’assente cura della zona e l’allarme costante del quale sono vittime i cittadini non sembra avere l’attenzione che meriterebbe dalla istituzioni e dai media. L’Italia dei Diritti, attraverso De Pierro, prosegue la sua denuncia e ribadisce il proprio impegno affinché presto migliori la situazione.


“Chiediamo all’assessore Amerigo Olive – continua il presidente dell’organizzazione extraparlamentare - di attivarsi senza indugi per riasfaltare il tratto in questione. Ci auguriamo che ciò avvenga il prima possibile e noi dell’Italia dei Diritti non staremo certo a guardare ma saremo capaci di portare in piazza i nostri sostenitori locali grazie anche all’impegno dei responsabili territoriali. Tengo a precisare – chiosa De Pierro- che per qualsiasi incidente causato dalla situazione di abbandono di tale percorso riterremo politicamente responsabile appunto l’assessore Olive”.

giovedì 2 dicembre 2010

Marinelli sconcertato per sospensione cure a pazienti neurovegetativi del S.Giuseppe di Roma


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Se la Pubblica Amministrazione, anziché tagliare dove dovrebbe, sopprime i servizi essenziali deve essere ben cosciente che esiste il reato di omicidio

Situazione di disagio sanitario ai limiti dell’assurdo. Dieci pazienti in stato vegetativo della Casa di cura San Giuseppe di Roma rischiano di rimanere senza trattamenti medici dal primo gennaio 2011, poiché il reparto per la riabilitazione intensiva neurologica verrà chiuso, in seguito alla trasformazione della struttura in Rsa (Residenza sanitaria assistita), come stabilito da un decreto regionale del 2009, prorogato fino al 31 dicembre 2010. Oggi, proprio davanti alla sede della Regione Lazio, è prevista una mobilitazione di protesta organizzata dalla onlus Cittadinanzattiva e dal Tribunale per i diritti del malato, insieme con i familiari dei degenti, che chiedono di garantire a questi persone le indispensabili cure e assistenze.

“Pur non essendo tecnici della materia, l’incresciosa questione lascia esterrefatti, se non addirittura inorriditi. Non è certamente compito dei parenti doversi prodigare affinché i propri congiunti restino in vita, perché è proprio di questo che si tratta”. A precisarlo è il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, intervenuto sulla vicenda.

Con la riclassificazione in Rsa, i servizi sanitari previsti per gli anziani sarebbero di sicuro insufficienti per fornire le dovute cure a pazienti in condizione di minima coscienza. A tal proposito il rappresentante regionale del movimento fondato da Antonello De Pierro usa parole forti contro chi ha potere di intervenire e non lo fa: “Se la Pubblica Amministrazione, anziché tagliare dove dovrebbe, ossia sprechi, furti, ruberie, clientelismi e altro, decide di sopprimere i servizi essenziali deve essere ben cosciente che esiste il reato di omicidio. La giurisprudenza non ha ancora elaborato la fattispecie di ‘omicidio idiota’, infatti non sembra che malati in fase terminale o vegetativa potrebbero mai sopravvivere allo stacco della spina. Rimane – prosegue Marinelli – la preoccupante situazione della regressione in questo Paese di diritti e valori che, fino a qualche anno fa, sembravano inviolabili. Un popolo pacifico che si scopre guerrafondaio e va al fronte con le scarpe di cartone come qualche decennio fa, servizi ferroviari dell’India quando era ancora un paese del Terzo mondo, assistenza sanitaria rimessa ormai soltanto alle famiglie dei malati”. E conclude allarmato: “Queste sono cose che destano profonda indignazione”.