martedì 20 aprile 2010

Italia dei Diritti denuncia disagi a ufficio Inps di via Lenin a Roma


Sul caso è intervenuto Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio del movimento

Roma, 20 aprile 2010 – Un nuovo caso di pubblica amministrazione carente ha richiamato l’attenzione dell’Italia dei Diritti, il movimento nazionale per la tutela dei cittadini, che è da sempre in prima fila quando una disfunzione o un’inefficienza amministrative ledono o danneggiano i diritti della società civile. L’episodio in questione è stato denunciato da Elisabetta Mazza, responsabile del movimento per il XV municipio di Roma, in base alle segnalazioni provenienti da diversi cittadini. Il disservizio si sarebbe verificato all’ufficio Inps di Roma Monteverde Gianicolense, di via Lenin, dove da circa due mesi la macchinetta che raccoglie i certificati medici non sarebbe in funzione per guasti tecnici, costringendo le persone a lunghe file, anche di due ore, agli sportelli. A quanto sembra nessuno ha provveduto a ripararla. A ciò si aggiungerebbe anche l’impossibilità di fare una fotocopia di un documento per l’assenza nel suddetto ufficio di una fotocopiatrice che impone agli utenti di recarsi alla più vicina tabaccheria, con conseguente perdita di tempo ed energie. Una disorganizzazione evidente che alla cattiva gestione del servizio unirebbe anche la solita e sempre fastidiosa maleducazione di qualcuno del personale preposto ai rapporti con il pubblico.

“Nulla di nuovo dall’ordinario, atteso che la specificità di questo caso è unicamente il fatto che ci sia un utente-cliente che si infuria come una iena”, dice Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti. “Quest’ultimo episodio è l’unica annotazione positiva nel bollettino quotidiano dello sfascio della cosa pubblica, che sembra non risparmiare nessun aspetto del terzo settore: ferrovie, aeroporti, ospedali, scuole, pubblica sicurezza e così via”, aggiunge polemico Marinelli che poi ricorda sarcasticamente come “già un autorevole studioso della cosa pubblica, Sabino Cassese, aveva avvertito di come nella P.A. si stesse determinando un’inversione dei fini, in cui essa non serviva più a offrire servizi ai cittadini bensì ad assumere disoccupati o clientele dei vari politici. Il detto quadro – spiega l’esponente del movimento – dovrebbe essere aggiornato poiché l’amministrazione pubblica serve anche a dispensare compensi milionari ai soliti amici di turno”.

Il j’accuse di Marinelli non risparmia nemmeno le misure adottate dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta: “Il trend della P.A. è insostenibile e consiste nell’evitare agli impiegati di svolgere quel minimo lavoro che già prima espletavano controvoglia. Valgano per tutti gli esempi della autocertificazione sbandierata come grande innovazione del sistema o lo sconsolante scenario delle poste dove dieci impiegati sono soliti stare negli uffici mentre solo due sventurati dipendenti sono allo sportello a contatto col pubblico”.

Poi il rappresentante regionale del movimento nato su iniziativa di Antonello De Pierro commenta nello specifico i disservizi all’ufficio Inps del XV municipio capitolino: “Mi domando quante migliaia di macchinette per i certificati o quante fotocopiatrici si sarebbero potute acquistare con i 108 mila euro annui che, a detta dei quotidiani, verrebbero corrisposti alla segretaria del sindaco Alemanno, tanto per parlare di briciole”.

giovedì 15 aprile 2010

Video vergogna Polverini-Zaccheo, per Marinelli finto scoop


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Mi stupisco dell’ingenuità degli italiani che ancora credono che Striscia la notizia e la neo governatrice siano indipendenti e liberi”
Roma – “Il primo pensiero al riguardo mi riporta ad una storica casa discografica chiamata ‘La voce del padrone’: stupisce l’ingenuità degli italiani che ancora credono che Striscia la notizia così come la Polverini siano indipendenti e liberi di dire quello che gli pare e piace”. Con queste parole il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli, commenta la notizia relativa al video mandato in onda dal programma satirico di Antonio Ricci, riguardante il dialogo intercorso tra la neo presidente del Lazio, Renata Polverini, e il sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo. Nel corso della conversazione rubata dalla telecamere di Striscia, Zaccheo sembra screditare agli occhi della Polverini il collega e senatore Claudio Fazzone del Pdl, e incoraggiare la governatrice ad inserire tra i suoi nuovi impegni anche quello di raccomandare le figlie dello stesso sindaco.
“Appare palese – continua con sarcasmo l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – come la ‘neo governatrice di Palazzo Grazioli’ vada a prendere dal datore di lavoro la lista delle pulizie da fare come ogni brava governante di casa. Allo stesso tempo il padrone, ossia Silvio, chiama i suoi dipendenti lautamente stipendiati, incaricandoli di far capire chi comanda nel Lazio, questo nel caso in cui l’ex compare Gianfranco, inizi a credere un po’ troppo alle sue eccessive esternazioni. In conclusione – afferma Marinelli – rimane quindi il problema pericoloso di uno strumento solo apparentemente innocuo come una trasmissione satirica che svolge invece il compito di killeraggio del nemico di turno, in mezzo all’ingenuità degli italiani che ridono beati dell’ultimo bagno di sangue”.

lunedì 12 aprile 2010

Nel Lazio due morti bianche in pochi giorni, Celardo invita alla protesta

Il vice responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Bisogna che tutte le imprese rispettino le regole sulla sicurezza. Le infrazioni devono essere punite”

Roma – “I drammatici incidenti sul lavoro accaduti questi giorni ripropongono l’analisi di un punto cardine dell’intera normativa sulla prevenzione degli infortuni di questo paese bello e sfortunato: la mancanza di certezza della pena, ovvero il fondamento principe di ogni legge e di ogni norma”. E’ questo il commento del vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Carmine Celardo, alla notizia della morte di un altro operaio a Pomezia presso l’Ecosistem spa, dopo il decesso dell’altro lavoratore presso la centrale elettrica di Civitavecchia avvenuto circa una settimana fa, è il secondo morto sul lavoro nel Lazio. “Se non vi è certezza della pena, tutte le leggi e le norme, repressive o preventive che siano, sono inutili ed inefficaci. Anzi sono dannose per il libero mercato perché – continua Celardo - di fatto condizionano e inquinano la libera concorrenza. Coloro che ignorano tutto o parte delle norme tecniche di prevenzione praticano prezzi molto più bassi, togliendo lavoro a chi invece si accolla oneri e costi per la
sicurezza che si riflettono poi sui prezzi finali.” Il vice responsabile per il Lazio per l’Italia dei Diritti chiama poi alla manifestazione: ”Giustizia per tutti i morti sul lavoro. Questo deve essere il grido di guerra per tutti coloro che hanno ancora a cuore questa Nazione, per
scendere in piazza contro chi propone leggi fratricide, come la
cancellazione dello Statuto dei Lavoratori ”.
L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro termina aggiungendo: ”La sicurezza sul lavoro deve essere una delle priorità della nuova amministrazione della Regione Lazio, quindi deve stanziare le risorse e organizzare meglio gli ispettori. La regione deve capire che le morti bianche non sono un male necessario e che bisogna adoperarsi per far rispettare le regole sulla sicurezza.”