mercoledì 17 giugno 2009

Rai 2 e Rete 4 oscurate dal digitale, Marinelli entusiasta


Il responsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti: “C'è da sperare che il passaggio al digitale venga fatto per tutti i canali prima del previsto, sarebbe un favore alla collettività se tutti i canali sparissero”

Roma - “Finalmente una bella notizia, sarebbe quindi il caso di estendere il decoder prima dei tempi previsti a tutti i canali televisivi”. Commenta con toni ironici Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell'Italia dei Diritti, la notizia secondo la quale molte persone con il passaggio al digitale obbligatorio di Rai 2 e Rete 4 hanno constatato l'impossibilità di seguire le due reti nazionali. “La qualità dei programmi televisivi infatti è diventata talmente pessima, salvo rare eccezioni, che non si può certamente considerare un danno per la collettività il fatto che soprattutto una tra le peggiori reti esistenti non può continuare la sua opera di rimbecillimento della popolazione”. L'esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro continua: “siamo infatti tra i pochi convinti che l'unico monopolio che dovrebbe rimanere in Italia e pertanto essere recuperato è quello relativo alle trasmissioni televisive. Un tempo, quando anche la scuola funzionava, i bambini volevano fare gli scienziati o gli astronauti e oggi invece le loro preferenze si sono spostate sui tronisti o sui deputati e probabilmente il maggior responsabile di questo fenomeno è l'assimilazione incontrollata di TV spazzatura. I neurologi e gli psichiatri sanno bene infatti – conclude il responsabile - come il tubo catodico ieri e lo schermo al plasma oggi abbattano qualsiasi misura critica e questo è il motivo per cui i garanti dell'infanzia impediscono certe trasmissioni nelle fasce cosiddette protette. Una volta tanto le nuove tecnologie quindi non fanno danno”.

martedì 16 giugno 2009

Lazio al primo posto per illeciti fluviali, l’attacco di Marinelli Italia dei Diritti


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Pare che le catastrofi ambientali non insegnino nulla, occorre una politica ambientale più rigida”


Roma - “Un tempo si veneravano fiumi come divinità, noi che siamo romani sappiamo bene che importanza abbia avuto il ‘sacro Tevere’ nella nascita della nostra città e lo stesso facemmo tra le varie buffonate caratterizzanti il regime che aveva dato un rilievo importante al già biondo fiumiciattolo”. Questo il sarcastico commento del responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli alla notizia del primato negativo della regione, al primo posto in Italia per illeciti fluviali come inquinamento, prelievi illegali e altro. Incalza l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro: “Oggi invece, nel deicidio generale, anche i fiumi non sfuggono al massacro e il Lazio, alla ricerca forsennata del peggio, raggiunge quest’altro primato del quale avremmo fatto volentieri a meno. E’ necessario quindi ripensare complessivamente l’importanza degli ecosistemi e invece sembra che le continue catastrofi niente insegnino a questa banda di scriteriati che dovrebbe amministrare la cosa pubblica. Occorre - conclude Marinelli - una politica ambientale rigida o, in altre parole, serve più semplicemente che l’Italia si ricordi di essere in Europa perché l’Africa e il Sahara sono ogni giorno più vicini”.

lunedì 15 giugno 2009

Passaggio al digitale, Marinelli chiede indietro la “cresta”


Il responsabile laziale dell’Italia dei Diritti: “La famiglia Berlusconi restituisca il maltolto per l’acquisto dei decoder”

Roma - Centomila persone, tra sabato e domenica, hanno visitato il villaggio digitale allestito a Piazza del Popolo per i “Mediaset days”. Due giorni che nelle intenzioni avrebbero dovuto fare da cornice al passaggio del Lazio al digitale terrestre, ma che in realtà si sono tramutati nell’ennesima, sterile, spettacolarizzazione politica, con tanto di passerella di sedicenti vip. Ciò che è certo è che da domani RaiDue e Rete4 saranno visibili solo attraverso l’apposito decoder, mentre il fatidico switch-off con cui il segnale analogico andrà definitivamente in pensione è previsto per novembre.

“Qualsiasi iniziativa che faccia vedere meno la tv è chiaramente benvenuta”, ha commentato ironicamente Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti. “Esiste una perfetta equiparazione - spiega il rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro - tra le droghe pesanti, soprattutto l’eroina, e la televisione. I meccanismi mentali sono uguali, tant’è che anche l’utente televisivo, inizia il consumo deteriore dicendo “vedrò soltanto i telegiornali e i programmi di approfondimento culturale”, onde poi trovarsi ad assumere senza controllo il Grande Fratello e i programmi demenziali della De Filippi fino a chiedere dosi sempre più massicce di idiozia televisiva. Fatta questa premessa generale, l’episodio del decoder è l’ulteriore deprecabile opportunità di cui la famiglia Berlusconi ha usufruito per arricchirsi in modo smodato in danno degli interessi della collettività. Tutti ricordano infatti, come Paolo, fratello di Silvio, abbia fatto la cresta in modo veramente scandaloso sul prezzo del decoder, ottenendo per ognuna delle macchinette che dovevano consentire il passaggio al digitale circa 150 euro di “stecca”. Oggi scopriamo che i decoder sono venduti a poco più di 30 euro, quindi la famiglia Berlusconi dovrebbe precipitarsi a restituire immediatamente il maltolto, anche perché lo chiede l’Unione Europea, che, come spesso avviene nell’età adolescenziale, è simile al genitore che becca il figlio studente fare la cresta sui libri di testo, solo che almeno questi ultimi servono per costruirsi un bagaglio culturale, l’unica salvezza che ha il genere umano in generale, e l’italiano nel particolare, per fuoriuscire dal processo di “idiotizzazione” televisiva. Quindi - conclude con sarcasmo Marinelli - che la casalinga di Voghera non riesca più a vedere RaiDue e Rete4, tutto sommato, è una fortuna. Una volta tanto un’iniziativa utile”.

venerdì 12 giugno 2009

Studenti pagati per ascoltare Gheddafi, la polemica della Nieddu


La vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “E’ un’iniziativa vergognosa e non trasparente”



ROMA - Cinquanta euro a testa per riempire l’Aula Magna della Sapienza in occasione del discorso di Gheddafi. È quanto sarebbe stato offerto ieri a diversi studenti romani di Roma Tre, in cambio della loro presenza in un’aula semivuota che avrebbe fatto sfigurare l’Italia di fronte al leader libico.
L’annuncio, apparso su facebook in settimana, invitava gli studenti a partecipare ad un discorso di quaranta minuti nell’Ateneo romano e dava agli interessati un appuntamento per il giorno seguente per ritirare il compenso annunciato.
I numerosi giovani che hanno risposto all’annuncio sono poi stati informati che si trattava del discorso del contestato colonnello Gheddafi.
“E’ una cosa vergognosa, è necessario indagare su chi sia stato l’organizzatore e il promotore di questa oscenità e da dove siano usciti questi soldi” ha dichiarato Anna Nieddu, vice responsabile per il Lazio dell' Italia dei Diritti.
“Non bisogna lasciar correre una cosa del genere - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello de Pierro - e si deve fare in modo che la notizia sia diffusa e denunciata attraverso i forum, i social network e gli altri mezzi di informazione. Alla base di questi comportamenti troppo spesso c’è una mancanza di etica politica che andrebbe bloccata e in qualche modo sanzionata dalle autorità competenti”.

mercoledì 10 giugno 2009

Manager truffa sanità regionale, per Marinelli vicenda scandalosa


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Manca ogni forma di controllo nella P.A.”


Roma - “Qui, oltre a Maria di ‘addolorata’, c’è la collettività che ogni giorno scopre con quale mancanza di dignità umana chi dovrebbe amministrare il bene pubblico pensa soltanto a sé e alla propria pagnotta”. Questo il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, riferendosi alla truffa ai danni della sanità regionale messa in atto da Franco Cerretti, amministratore del presidio ospedaliero del Santa Maria Addolorata. Secondo i dati pervenuti dagli inquirenti che hanno smascherato e arrestato una banda di nove persone con l’accusa di corruzione e truffa al sistema sanitario regionale per un ammontare di 5 milioni di euro, il manager nascondeva soldi e una lettera compromettente, indirizzata alla figlia, dipendente della banca che ben tutelava il suo patrimonio, nella sua casa al mare.
“Forse - afferma Vittorio Marinelli - avrebbe fatto bene la Celere all’ennesima protesta dei precari della sanità di qualche giorno fa ad arrestarli volontariamente e dopo di che far capitare, per sbaglio, i precari in questione nella stessa cella del manager. In questo modo avrebbe potuto quest’ultimo spiegare com’è dura andare avanti con 5 milioni di euro a chi mantiene moglie e figli in modo precario con mille euro ogni trenta giorni, quando gli va bene”.
“Ciò premesso - aggiunge il responsabile per il Lazio del movimento presieduto da Antonello De Pierro - questa scandalosa vicenda dimostra, ancora una volta, come manchi ogni più elementare ed efficace forma di controllo nella Pubblica Amministrazione”.
“Occorre quindi - conclude Marinelli - rilanciare assolutamente la questione morale per fare in modo tale che finalmente di ‘addolorata’ ci sia soltanto la madre del Signore”.

Genitori dei disabili in piazza, la Nieddu reclama una soluzione


La vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “E’ ora di occuparsi dei problemi reali del Paese”


Roma - “E’ tempo di dare voce alle problematiche e alle esigenze dei cittadini; bisogna fare un bilancio accurato di cosa le classi politiche stanno realmente facendo per loro perché i fatti dimostrano il contrario”. Con queste parole Anna Nieddu, vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, si esprime riguardo alla protesta in favore dei malati diversamente abili messa in atto, nella giornata di ieri in piazza Montecitorio, dall’associazione genitori utenti disabili. Il tutto per dissentire di fronte al persistente silenzio della Regione che non si occupa di concedere un’adeguata assistenza ai degenti dei centri ex Anni Verdi, peraltro dati in gestione, a detta dei dimostranti, al consorzio Ri.Rei senza alcuna gara pubblica.
“E’ necessario capire - dice la Nieddu - se, riguardo a tale accadimento, ci siano state effettivamente delle irregolarità di tipo amministrativo. In seguito attivare una soluzione migliore e consona alle richieste degli interessati e non, al contrario, creare dei disagi, a carico di questi utenti, ulteriori rispetto a quelli già esistenti”.
“E’ giunto il momento, per le amministrazioni centrali e locali - dice Anna Nieddu - di mettere nero su bianco le migliori soluzioni ai problemi sollevati dai cittadini che, a quanto pare emergono in quantità ingenti”. “Evidentemente - aggiunge - tutte le beghe politiche che hanno affollato le pagine dei quotidiani negli ultimi tempi, per citarne una le vicende private del premier Silvio Berlusconi, hanno offuscato la realtà dei fatti e hanno contribuito a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali del Paese”.

martedì 9 giugno 2009

Protesta del personale giudiziario a Roma, Marinelli attacca


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Patto immorale tra l’esecutivo e il giudiziario”


Roma - “Gira e rigira non si va mai avanti e al massimo si aggiunge ad un quadro clinico oltremodo comatoso, l’emicrania. Il vero problema della giustizia è uno solo e sempre quello della mancanza cronica e catastrofica di giudici, tutto il resto è come quando al teatro, accanto al personaggio principale, saltano e sgambettano nani, ballerine e comprimari vari”. È quanto afferma Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, in merito alla manifestazione sindacale di protesta del personale giudiziario di Roma, indetta da Cgil, Uil, Rdb Cub, Flp e Uilpa a seguito della riduzione del personale e delle risorse alla giustizia, decisa dal ministero, e per la mancata riqualificazione professionale dei dipendenti del Tribunale capitolino. “Il problema - sostiene Marinelli - purtroppo è complesso perché negli anni precedenti c’è stato un patto immorale e amorale tra due poteri dello Stato, l’esecutivo e il giudiziario. Il primo ha potuto fare quel che voleva in assenza di qualsiasi controllo che avrebbe dovuto fare la magistratura. Questa - denuncia il responsabile per il Lazio del movimento presieduto da Antonello De Pierro - in cambio ha avuto retribuzioni praticamente scandalose e oggi i giudici, dopo i diplomatici, sono i secondi dipendenti più pagati dallo Stato”. Per quanto riguarda la mancata riqualificazione del personale di giustizia rispetto agli altri dipendenti pubblici e lo spreco di denaro da parte del ministero, Marinelli dice: “Come conseguenza dei lauti stipendi concessi ai magistrati, lo Stato non può assumerne di nuovi perché il costo economico sarebbe insostenibile e agli impiegati, collaboratori, cancellieri e umanità varia disperata lascia solo le briciole e le coltellate tra poveri”.

lunedì 8 giugno 2009

Marinelli su precari sanità Lazio


Il responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti: “La pubblica amministrazione non deve essere, come è stata per troppo tempo, un ammortizzatore sociale anti-disoccupazione”

Roma - “Nella sanità l’inversione dei fini amministrativi rasenta l’apoteosi. Mi dispiace per i lavoratori atipici, ma la pubblica amministrazione dovrebbe servire a erogare servizi al cittadino e non a risolvere i problemi dell’occupazione”. Questo il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti, sulla questione dei precari che operano nell’ambito della sanità regionale e che non possono essere assunti a tempo indeterminato per via del blocco delle assunzioni. La situazione è particolarmente grave nei due nosocomi capitolini, l’Umberto I e il Sant’Andrea. “ Nel nostro Paese - ha aggiunto il responsabile laziale del movimento guidato da Antonello de Pierro - sussistono fondati dubbi sulla correttezza della selezione dei lavoratori a scadenza che poi si trovano a essere assunti in pianta stabile. In realtà la nostra Costituzione prevede un metodo di accesso all’impiego che è quello più giusto e premia il merito e la capacità, ossia l’assunzione tramite espletamento di procedura concorsuale. Nel ‘magna-magna’ generale, l’approssimazione regna sovrana e assistiamo a contraddizioni intollerabili, come nel caso dei 200 vincitori di concorso al comune di Roma, assunti dopo un anno solo grazie alle elezioni europee e al calcolo dei voti che avrebbe preso Alemanno. Serve quindi un ripensamento generale di tutto il sistema per introdurre termini che nell’epoca del liberismo selvaggio e del darwinismo deteriore sembrano quasi bestemmie. Mi riferisco a programmazione e pianificazione delle risorse, esattamente il contrario di precarietà e approssimazione”.

Nieddu su eternit Villa Flaminia


La vice-responsabile laziale del movimento Italia dei Diritti: “ E’ totalmente assurdo che in quella scuola si continui a fare lezione”

Roma - “ Urge presentare un’interrogazione al sindaco, per far si che si intervenga con la massima celerità per porre fine ad una situazione che non appare assolutamente tollerabile”.
Questo il commento di Anna Nieddu, vice-responsabile per il Lazio del movimento Italia dei Diritti, sulle proteste che da tempo interessano il plesso scolastico capitolino di Villa Flaminia. I genitori degli alunni sono da due anni in prima linea per richiedere la rimozione di quasi 25 mila metri quadrati di eternit che ricoprono i capannoni delle ex caserme militari adiacenti l’istituto e che distano pochi metri dalle aule dove si svolgono le lezioni. La loro pericolosità è stata certificata, per ordine del Tribunale di Roma, da un equipe dell’università di Tor Vergata esperta nello studio dei danni causati dall’esposizione all’amianto, la quale ha riconosciuto un livello di rischio pari a 25 su una scala che ha come valore massimo 27. “ In presenza di risultanze così allarmanti - ha continuato la vice responsabile per la regione Lazio del movimento guidato da Antonello de Pierro - mi sembra inconcepibile che si continui a svolgere la regolare attività didattica. Villa Flaminia dovrebbe essere chiusa fino alla definitiva rimozione dei pannelli. Ormai la chiusura delle scuole è imminente ed è giusto che si proceda a una definitiva risoluzione del problema entro settembre, quando i cancelli si riapriranno”.

venerdì 5 giugno 2009

Poliziotto al cellulare per emergenze, per Marinelli una buffonata


Il responsabile dell’Italia dei Diritti per il Lazio: “Puzza di propaganda elettorale. I tempi della presentazione sono molto sospetti”

Roma - “L’ennesima buffonata per di più con l’aggravante della recidiva infraquinquennale specifica.” Il responsabile dell’Italia dei Diritti per il Lazio Vittorio Marinelli non usa mezzi termini nel commentare la cosiddetta ‘sicurezza partecipata’, il nuovo sistema di contatti tramite e-mail e telefonino fra cittadinanza e polizia o vigili urbani per segnalare, nel II municipio di Roma, le situazioni legate a degrado urbano e sicurezza. “E’ solo di qualche anno fa - prosegue Marinelli - la campagna pubblicitaria con la quale veniva divulgato alla pubblica opinione il servizio ‘denunce online’. Ieri come oggi tra pennacchi, cotillon e fuochi d’artificio si fa come in America quando le finanziarie vendevano il nulla. Non crediamo che il nuovo servizio si distinguerà da quello precedente e i tempi della presentazione sono inoltre particolarmente sospetti. Un governo che ha puntato sulla propaganda in tema di sicurezza e un neo principe rinascimentale come il nostro sindaco Alemanno, che ha fatto cadere Roma in una cappa di cupezza e delinquenza, tirano fuori questa novità due giorni prima delle elezioni e purtroppo fanno bene perché gli italiani sono un popolo di fessi.”

lunedì 1 giugno 2009

Meno incidenti sul lavoro ma più morti, Marinelli attacca


Il responsabile per la regione Lazio per l’Italia dei Diritti:: “Come sempre la sicurezza sul lavoro è poco più di un optional”


Roma - “Sembra quindi che l’unico sistema di ricerca metodologica verosimile sia quello dell’ ‘osservazione partecipante’ “così ha esordito Vittorio Marinelli responsabile per la regione Lazio dell’Italia dei Diritti, riguardo il problema di sovraffollamento dei lavoratori al pronto soccorso che stando al rapporto pubblicato dall’ Agenzia di sanità pubblica del Lazio, relativi agli incidenti registrati dalla varie ASL della Regione, ha raggiunto un accesso negli ultimi anni di oltre 5000 infortuni. L’esponente dichiara :”Dando retta alle statistiche, la città più delinquente d’Italia sarebbe Bolzano mentre Napoli sarebbe un’isola felice di legalità e di rispetto del buon vivere. Basandoci sui dati relativi agli incidenti, in realtà non è così ed in merito a Bolzano se ti spostano un vaso di fiori vai al commissariato mentre a Napoli ci vai solo se stai in fase terminale per causa di un tentato omicidio. Il problema dello stato degli infortuni sul lavoro- prosegue il responsabile del movimento guidato da Antonello De Pierro - è analogo perché gli unici incidenti che non possono essere nascosti, sono quelli relativi alle morti bianche che infatti aumentano mentre gli infortuni che non arrivano a queste conseguenze, sono oramai quotidianità; proprio come i furti a Napoli che non vengono più denunciati perché le persone in questione sono rumeni,albanesi, marocchini, pakistani e altri stranieri il più delle volte in nero”.

Sabotato gruppo sostenitori Italia dei Diritti su Facebook


Il presidente del movimento Italia dei Diritti Antonello De Pierro: “. Il metodo mi sembra consono alla parte politica pubblicizzata, basato sul non rispetto delle idee altrui, in perfetto stile Ventennio”


Roma - “Di fronte ad un atto così vile non ci sono molte parole da pronunciare, perché sono i fatti a parlare chiaro”. Questo il commento di Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, riguardo alla vicenda che ha visto coinvolto il gruppo di sostegno al movimento presente sul social network Facebook. Nella giornata di ieri, infatti, la pagina del gruppo “Sostenitori Italia dei Diritti”, che contava oltre 8.000 iscritti simpatizzanti, causa blocco account, è rimasta temporaneamente senza amministratori ed è stata letteralmente "scippata" dall'utente Pdl Ciociaria e Danilo Mastrantoni, che hanno cancellato tutti i contenuti originari e li hanno sostituiti con quelli relativi a una campagna elettorale di Antonello Iannarilli. De Pierro, letteralmente subissato da attestazioni di solidarietà dei suoi sostenitori, indignati per questo truffaldino accostamento politico ad un’area rispetto alla quale il movimento è del tutto lontano, ha provveduto prontamente a riaprire una nuova pagina che, nel giro di una giornata, ha acquisito oltre 2.000 membri.
“Mi auguro che il candidato alla provincia di Frosinone del centrodestra Antonello Iannarilli - ha aggiunto De Pierro - prenda le distanze da tale gesto perpetrato dagli account di cui conosciamo i nominativi, ma non siamo certi che siano quelli dei reali artefici di questa losca macchinazione. Il metodo mi sembra consono alla parte politica pubblicizzata, basato sul non rispetto delle idee altrui, in perfetto stile Ventennio. Ma soprattutto in quest’atto intravedo la paura di ciò che noi rappresentiamo. Una realtà presente in mezza Italia e organizzata in modo efficiente e capillare come quella che io mi onoro di aver creato e di dirigere è normale che sia temuta da quanti tentano quotidianamente di cloroformizzare le coscienze e di addormentare ogni forma vitale di democrazia”.
In relazione all’accaduto, il responsabile dell’Italia dei Diritti per la regione Lazio Vittorio Marinelli ha dichiarato: “Nel caso di specie, sembra rinvenirsi una sorta di furto della personalità che è penalmente rilevante e normalmente frequente in altri ambiti, ma il cui richiamo anche in questa specifica situazione appare oltremodo pertinente. Il problema scaturisce dal vuoto normativo relativo ai social network e pertanto rimanda alla necessità di dover applicare istituti previsti dal legislatore per fattispecie differenti. Sembra però che si possa invocare la legge sul diritto d’autore, che viene in soccorso unitamente alle note figure di ‘appropriazione dei pregi altrui’, in tema di concorrenza sleale. Tutto questo combinato disposto porta ad un risultato univoco difficilmente confutabile, ossia quello che vede il movimento Italia dei Diritti vittima di un vero e proprio furto”.