venerdì 8 ottobre 2010

No deciso dell’Italia dei Diritti alla chiusura del Pronto Soccorso di Frascati


Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento, accusa la giunta Polverini per questa “decisione dissennata” e si dice pronto a scendere in piazza per tutelare tutti i cittadini che subiranno gli effetti nefasti di tale scelta

Roma – L’Italia dei Diritti interviene nettamente per esprimere la sua contrarietà alla imminente chiusura del Pronto Soccorso dell’ospedale “San Sebastiano” di Frascati, come stabilito dal Piano di Riordino della Sanità nel Lazio, voluto dalla governatrice Renata Polverini, che prevede il trasferimento dei reparti di Ortopedia, Cardiologia-Utic, Psichiatria e, appunto, le unità dedicate alla medicina di urgenza dal nosocomio frascatano a quello di Marino. Tuttavia, desta parecchio stupore il fatto che, in nome del ripianamento del dissesto sanitario regionale, si possa avallare una simile operazione, che in realtà palesa evidenti contraddizioni proprio dal punto di vista finanziario: infatti, solamente un anno fa il Pronto Soccorso di Frascati è stato ristrutturato con una spesa pari a circa 500.000 euro, e più di recente sono stati impiegati 80.000 euro per realizzare un’efficiente area di sosta per le ambulanze. Investimenti che verrebbero vanificati in un colpo solo.

L’organizzazione extraparlamentare presieduta da Antonello De Pierro punta il dito contro gli autori di questa scelta, che sembrerebbe dettata da motivazioni politico-elettorali, eventualmente volte ad agevolare l’amministrazione di Marino (centrodestra) ai danni del Comune di Frascati (centrosinistra). “Si tratta di un atto vile e di bassa politica – tuona furioso Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio del movimento –, un vero e proprio mercato delle vacche”. In relazione agli svantaggi e ai probabili disservizi per l’utenza che da anni si rivolge alle strutture del “San Sebastiano”, Celardo prosegue deciso: “Tutti i cittadini di Roma sud e dei Castelli Romani conoscono la realtà dell’ospedale di Frascati, che da sempre spicca per la professionalità, la competenza, l’eccellenza delle prestazioni offerte, per anni esso ha rappresentato un’ancora di salvezza per gli abitanti del X Municipio capitolino, prima che sorgesse il polo di Tor Vergata, e, in generale, per tutti i residenti delle zone circostanti. Smantellare questo centro sanitario di prim’ordine, per il quale si sono spese di recente somme ingenti, e trasferire le attività di primo soccorso nel piccolo e poco funzionante ambulatorio di Marino mi sembra una decisione dissennata”.

Esistono anche problemi geografici e logistici non indifferenti, poiché il nosocomio di Frascati sorge in una posizione strategica favorevole anche dal punto di vista della viabilità, essendo a disposizione di un bacino d’utenza molto più ampio rispetto a quello di Marino, proprio per la sua maggiore facilità di accesso. Il pericolo sollevato da più parti è che numerosi fruitori di questa struttura, in caso di chiusura di alcuni reparti, potrebbero ripiegare sul Policlinico di Tor Vergata, che rischierebbe il collasso a causa delle tante richieste di servizi e delle lunghissime liste di attesa. A tal proposito Celardo specifica che “grazie alla via Tuscolana è possibile raggiungere il PS frascatano in pochi minuti, invece arrivare a Marino implicherebbe passare per la congestionata via Appia o, peggio ancora, attraverso l’inadeguata arteria viaria di Grottaferrata-Squarciarelli”.

Poi, l’esponente regionale dell’Italia dei Diritti sferra il suo attacco deciso contro i responsabili di tale operazione, a cominciare dalla presidente del Lazio: “La Polverini si dovrebbe vergognare. Su questa faccenda lei e la sua giunta devono subito fare marcia indietro. Noi ci schieriamo compatti con tutti i lavoratori, le associazioni e l’intera società civile impegnata a salvaguardare l’ospedale di Frascati che, insieme con quello di Genzano, ha un valore di vitale importanza. Perciò – insiste – dobbiamo fermamente opporci a questa situazione e, se necessario, l’Italia dei Diritti scenderà in piazza con presidi e manifestazioni di protesta in difesa dei cittadini, sia di destra sia di sinistra, perché noi non guardiamo al colore politico ma solo alle giuste cause della collettività. Anzi, in questo caso specifico – spiega – tuteleremo anche e soprattutto quegli elettori della Polverini che ora vengono vigliaccamente traditi dai lei, in nome di squallidi giochi politici e di deplorevoli favori al sindaco di centrodestra di Marino”.

Infine, con riferimento alle recenti vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti alti funzionari della Azienda sanitaria locale Roma H, a cui l’ospedale “San Sebastiano” appartiene, Celardo sottolinea un nuovo aspetto di preoccupazione, lanciando il suo monito: “Non dobbiamo dimenticare ciò che è successo poco tempo fa nella Asl Rm H, ricordando che l’ex direttore generale, Luciano Mingiacchi, è attualmente in carcere con l’accusa di corruzione aggravata. Alla luce dei fatti odierni mi sorge quindi il dubbio su chi abbia veramente gestito i 500.000 euro per ristrutturare il PS di Frascati, se tutto sia avvenuto legalmente o se qualcuno, magari vicino all’ex direttore, ci abbia speculato sopra, sapendo già dei tagli previsti a certi servizi sanitari, e oggi più che mai concretizzati. Pertanto, a causa di questi fatti sospetti, la signora Polverini deve stare bene attenta ai rapporti politici che intrattiene e ai provvedimenti che assume, specie in un terreno minato come quello della Asl Rm H, che getta inquietanti ombre anche su tutta la vicenda. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, conclude amaro Celardo.