mercoledì 29 settembre 2010

Pendolari della Nettuno – Roma contro Trenitalia, Soldà con i cittadini


Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti : “Si continua a danneggiare gli utenti che vengono trattati come animali e non come esseri umani. Giusta la mobilitazione degli amministratori locali.”

Roma - Il popolo dei 20.000 pendolari della tratta laziale Nettuno – Roma si è mobilitato con una raccolta firme per avviare una class-action, ovvero una richiesta di danni, diretta a Trenitalia. L’iniziativa potrebbe presto diffondersi e trovare il plauso di passeggeri di altre linee anch’essi alle prese con le difficoltà giornaliere patite durante il tragitto ferroviario.

“Si cerca in ogni caso – interviene Roberto Soldà vicepresidente dell’Italia dei Diritti – di alleggerire il traffico invitando i cittadini a non prendere l’auto propria e ad usare il trasporto pubblico. Per le linee più distanti però, in cui lo spostamento si effettua tramite un mezzo come metropolitana o come in questo caso treno, i passeggeri devono sopportare numerosi disagi, non del momento ma da anni. I vagoni sovente sono insufficienti per quanti sono costretti a prendere i treni per andare al lavoro, a scuola, o comunque per muoversi. Le carrozze sono fredde d’inverno e moltissime non climatizzate nel periodo estivo. Tutto questo crea un danno e un disagio ai cittadini fruitori che vengono trattati come animali e non come esseri umani”.

La sollevazione,sta raccogliendo l’appoggio di alcuni consiglieri regionali e soprattutto dei sindaci del città litoranee maggiormente coinvolte : Enrico De Fusco per Pomezia, Carlo Eufemi per Ardea e Alessio Chiavetta per Nettuno, i quali stanno pensando ad un confronto tra le giunte e Trenitalia.

“Si sta creando – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – una giusta mobilitazione degli amministratori delle varie città che sono al confine col comune di Roma, per segnalare in modo inconfutabile questo stato di stress e di disagio che ormai dura da anni. Come si fa – conclude Soldà – ad incentivare il mezzo pubblico e il suo uso, specialmente quello su rotaia se poi non soddisfa le esigenze di un paese civile come il nostro il quale, con cadenza quasi giornaliera, si trova di fronte a ritardi, treni sporchi e superaffollati?”.

lunedì 27 settembre 2010

A Roma niente buste di plastica dal 2011, Marinelli attacca Alemanno


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Quando il ritardo è catastrofico il ritardatario merita biasimo e nessun apprezzamento”


Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha annunciato l’emanazione di un’ordinanza cittadina per impedire un’ulteriore proroga alla legge nazionale che stabiliva, già a partire dal 2010, la completa sostituzione dei sacchetti per la spesa in plastica con quelli biodegradabili. Tale misura potrebbe alleggerire la Capitale di un quantitativo enorme di plastica inquinante, sull’esempio dei molti Comuni in cui è già stata adottata. “Meglio tardi che mai – ha commentato Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti –, ma quando il ritardo è catastrofico il ritardatario merita biasimo e nessun apprezzamento. La situazione per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti di Roma – prosegue Marinelli – è analoga a quella di Napoli, con l’unica differenza che lì la camorra è più chiara ed evidente nelle sue manifestazioni, mentre nella Capitale è più sotterranea. Premesso ciò, in entrambe le ‘capitali’ dell’Italia peninsulare, vista la prossima divisione bossiana, si va a passo di carica verso il disastro irreversibile. Le discariche di Roma sono infatti nelle stesse condizioni di quelle partenopee. Fa specie, quindi, che il sindaco Alemanno rivendichi come un moto di ecologismo una decisione che è in realtà imposta dall’Unione Europea, ultima anch’essa nel recepire le istanze dei cittadini europei più evoluti che da tempo al supermercato usano le retine o ‘shopper’ di amido di mais o di altre sostanze biodegradabili. Già qualche operatore privato, a onor del vero, aveva fornito alla propria clientela un’alternativa più ecologica alla plastica. È chiaro, però, che dev’essere la politica a imporrre le regole e a fornire ai cittadini il buon esempio. Ma dal Silvio nazionale alle strade di Napoli invase ancora una volta di rifiuti – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – l’esempio non è dei migliori e il sindaco Alemanno con i suoi tardivi proclami è in perfetta sintonia con tale scenario”.

venerdì 17 settembre 2010

Caro-tariffe taxi da e verso gli aeroporti romani, la puntualizzazione di Marinelli

Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Anche i tassisti devono seguire la logica del mercato”


Roma, 17 settembre 2010 – Da quanto recita una norma comunale il trasporto di persone tramite il servizio pubblico denominato Taxi deve costare 40 euro se provenienti da Fiumicino e diretti in centro città, e 30 euro dall’aeroporto di Ciampino. Nonostante ciò continuano a rimbalzare sui mezzi di stampa le lamentele degli utenti che si sono trovati di fronte a tariffe ben più alte, anche del 70%.
A tal proposito esprime il suo parere Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Rimane il mistero sul perché siano così attaccati alla professione i componenti della seconda casta più potente d’Italia, quella dei tassisti che segue a ruota quella dei notai. I primi guadagnano perlomeno 327.000 euro all’anno, mentre i secondi dovrebbero portare a casa poco più di 1.100 euro. Basterebbe quindi, per questa seconda categoria, una decina di truffe al mese per raggiungere l’agognata pagnotta – chiarisce l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro –, non si capisce perché, mentre tutti sono tenuti a sottostare alla logica dei prezzi di mercato, i tassisti ne siano esonerati”.
La nota di Marinelli si conclude con un dotto parallelismo: “Diocleziano, grande imperatore romano, il cavolo lo capiva in quanto si ritirò a Spalato a coltivare il prezioso ortaggio. Gli amministratori del Comune di Roma, invece, non capiscono un cavolo, appunto, perché mentre Diocleziano tentava di inchiodare il prezzo ai minimi termini questi lo fissano verso l’alto”.

Sit-in a Montecitorio dei contagiati da sangue infetto, Soldà esprime solidarietà

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti: “Una Sanità che aggrava i mali invece di curarli è da Terzo Mondo”


Roma, 17 settembre 2010 – Da questa mattina le persone affette dal contagio da Hiv e da epatite, a causa di trasfusioni di sangue infetto negli anni ‘80, sono raccolte in un sit-in di protesta davanti al Parlamento per reclamare i tanto agognati risarcimenti. Il presidio continuerà ad oltranza.
“Un fatto increscioso che dimostra ulteriormente le lacune del nostro sistema sanitario nazionale – punta il dito accusatorio il vicepresidente dell’Italia dei Diritti, Roberto Soldà – e del menefreghismo del nostro governo che non riconosce la necessità risarcitoria che questi sfortunati concittadini meritano”.
Soldà non manca di rivolgere a queste persone la totale solidarietà del movimento guidato da Antonello De Pierro, affermando che “un paese in cui la Sanità pubblica, invece di curare le malattie ne acutizza e moltiplica i problemi, può tristemente considerarsi da Terzo Mondo”.

mercoledì 15 settembre 2010

Petizione contro finanziamenti ai consultori privati, interviene Marinelli


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “L’attività pubblica ormai non è più vista come servizio ai cittadini ma come metodo di spartizione delle casse statali”

Roma – Raccolta di firme a tempo di record contro la proposta di legge presentata dalla consigliera regionale del PdL, Olimpia Tarzia, alla Commissione primaria delle Politiche sociali della Regione Lazio. Sulla volontà della consigliera di abrogare la legge regionale in vigore del 1976 e di conseguenza dare avvio di una riforma sulla disciplina dei consultori laziali, promuovendo finanziamenti a strutture private accreditate, arriva il no secco dell’opposizione e del mondo associativo. Promotore della petizione, la Casa internazionale delle donne, su cui confluisce un'assemblea di associazioni appositamente formatasi nelle scorse settimane, fra cui Cgil, Cisl, Uil, Udi, IdV, Sinistra ecologia libertà, Zeroviolenzadonne. Contrari anche il PD e il Partito Radicale.
Dello stesso avviso il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, Vittorio Marinelli: “Tutta l’opposizione è contraria al progresso – afferma con sarcasmo il rappresentante del movimento guidato da Antonello De Pierro –, e non capisce le dinamiche poste in essere dei nostri governanti; se ancora qualche fesso ci credesse, il servizio pubblico non serve a erogare prestazioni ai cittadini, al contrario, in modo più moderno, obbligo primario è quello di spartire il gruzzoletto contenuto nelle casse pubbliche ai vari comitati di amici. Fornire servizi è cosa di importanza irrilevante, quello che conta è che i concessionari di auto delle varie Mercedes, BMW e similari, possano procurare costosi macchinari ai vari amministratori delle associazioni amiche da premiare. E visto che ci siamo anche un bel ‘orologione’, una mercanzia di cui il nostro paese è il maggior acquirente al mondo. In questo allegro can can – conclude Marinelli con deliberata ironia –, mentre i pazienti crepano negli ospedali e gli studenti nelle scuole pubbliche diventano sempre più ignoranti, finalmente ci eleviamo dall’arcaico concetto di res publica, piccola e meschina che aveva reso celebre Roma duemila anni fa”.

venerdì 10 settembre 2010

Sulle strade del Lazio 5,8 decessi ogni 100 chilometri, preoccupata analisi di Celardo


Il viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti “Istituzioni gravemente colpevoli per incuria, inadempienza, disattenzione”



La Nettunense è la strada d’Italia con il triste primato del maggior numero di feriti per chilometro. La Cassia, Cassia Bis e la Tiburtina sono tra le dieci strade più pericolose del Paese. Tra le prime tre troviamo la Flacca e Pontina. Il Lazio paga con un pesante tributo di vite umane la condizione disastrosa delle proprie arterie stradali. Secondo la relazione annuale Aci-Istat relativa al 2008, in un anno si sono registrati 5.006 incidenti con 183 morti e oltre 3 mila feriti.

I dati in questione hanno spinto Carmine Celardo, viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti ad una profonda riflessione sui fatti e sulla sicurezza stradale : “Le associazioni di consumatori, quelle dei parenti dei morti sull’asfalto, reclamano interventi mirati, seri e concreti che sono mancati in questi anni nei quali le istituzioni sono state gravemente colpevoli per incuria, inadempienza, disattenzione in materia. Tanto che non sono stati realizzate e sollecitate valutazioni di leggi ad hoc che inaspriscano le pene e le sanzioni per i pirati della strada. Oggi come oggi sappiamo che gran parte delle morti è dovuta non solo alla trascuratezza del sistema viario che da troppi anni non riceve adeguati miglioramenti e adeguamenti ma soprattutto al fatto che è cresciuta la diseducazione stradale, aumentata la violenza nella guida, l’abuso di alcool e droghe da parte degli automobilisti. Non è pensabile che una grande fetta di conducenti viaggi in condizioni psicofisiche alterate fuori dai parametri di legge e che gli incidenti accadano prevalentemente in circostanze di abuso di sostanze, eccesso di velocità, guida pericolosa nelle ore notturne su strade che oggettivamente non sono in grado di sostenere vetture lanciate a velocità elevata”.

Con lo scopo di intervenire sul problema è stato presentato ieri un bando destinato a Province e Comuni dall'assessorato regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici che si traduce in 4,7 milioni di euro per finanziare progetti destinati a ridurre l'incidentalità e promuovere una nuova cultura della sicurezza stradale

“Prendo atto con piacere – prosegue il viceresponsabile laziale del movimento – che finalmente la pubblica autorità si è attivata per indagare le origini del problema delle stragi del sabato sera. Il fatto che l’indagine abbia dato i numeri e consentito di raggiungere anche impegni di spesa fa piacere, sono molto scettico sulla reale presa coscienza del problema riguardo ai finanziamento di piani mirati a trovare sistemi per ridurre il numero dei morti. Perché questi progetti diventano sovente propaganda elettorale, specchietto per le allodole in vista delle inevitabili quanto imminenti elezioni. Ben vengano le idee e ben venga il contributo della società civile, ma resta il fatto che viviamo su strade in preda a banditi e criminali che non vengono fermati e contrastati da uomini al limiti della resistenza operativa, uomini che devono lavorare su strada sapendo di non avere uno stato vero alle spalle, un’autorità che sostenga e loro attività. La polizia Stradale e le polizie Municipali sono il primo argine al dilagare di questa forma nuova di criminalità che miete tante vittime innocenti pertanto io pur apprezzando lo sforzo di Renata Polverini” – che ritiene questo uno strumento utile per interventi più mirati e puntuali –“ mi auguro si trovi un margine a quanto è solamente un’enorme responsabilità pubblica, una vera e propria complicità in omicidio da parte di chi per strada guida sentendosi padrone, impunito, intoccabile libero di fare ciò che meglio crede senza alcun rispetto per la vita altrui. Sarebbe stato preferibile – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che questi 4 milioni di euro fossero stati impiegati dalla Regione Lazio per dotare la polizia di stato di uomini, vetture e buoni carburante che invece sono stati tolti riducendo il numero di pattuglie attive sulla strada, il numero degli interventi e delle ore di servizio. Ci auguriamo – chiosa Celardo - che quanto prima oltre ai 4 milioni di euro ne vengano stanziati altrettanti per dotare la Polizia Stradale, compartimento Lazio di vetture civetta in grado di intercettare e assicurare alla giustizia questi autentici delinquenti criminali che mietono vittime sulla strada.

Nel Lazio 10 mesi di attesa per un elettrocardiogramma, lo sdegno di Marinelli


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti : “È in atto lo smantellamento del pubblico a favore del privato”


“I tempi biblici sono in perfetta sintonia con lo sforzo evangelico della pubblica amministrazione tutta protesa a inviare i miscredenti romani e laziali nelle braccia capienti della madre apostolica santa Chiesa Romana. Mentre infatti il laico ed ateo servizio pubblico va sempre più a scatafascio le ricche case di cura private e tutta la galassia di laboratori e studi privati conducibili per la maggior parte al vecchio ente clericale va a gonfie vele”.

Duro e sarcastico il commento di Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio delll’Italia dei Diritti ai dati del Recup, servizio unico di prenotazione di esami strumentali e visite mediche, che rivelano quanto i pazienti laziali siano costretti ad aspettare prima di poter accedere a controlli medici, sovente di vitale importanza, nella gran parte delle strutture pubbliche.

Fino a cinque i mesi di attesa necessari per una visita all’addome, sei per un ecodoppler, sette per un’ecografia mammaria bilaterale, in un contesto, quello della sanità regionale, disorganizzato e carente al limite della sostenibilità.

“Assistiamo dunque – prosegue l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – alla stessa strategia che si sta attuando nella scuola pubblica. Classi di 45 persone inducono i genitori con la grana ad affidarsi alle famigerate piccole suore nere. Allo stesso modo le liste chilometriche agli uffici postali rendono il telefono con il numero del pony express un po’come l’avvistamento di un'oasi e di un laghetto da parte di un disperso nel deserto.”

Pochissime le eccezioni riscontrate come quelle della Asl Roma A e Rm-E del San Giovanni e al Nuovo Regina Margherita dove i tempi si riducono ai soli, si fa per dire, 60 giorni.

“Ѐ insomma in atto – conclude Marinelli – il pagamento di cambiali elettorali che sono arrivate alla scadenza e quindi lo smantellamento del pubblico a favore del privato è semplicemente il pagamento di un debito della politica che ha abdicato definitivamente il concetto di ‘res publica’con l’assistenza dei vari Sant’Andrea, Sant’ Eugenio e San Camillo”.

venerdì 3 settembre 2010

Alemanno annuncia riduzione cartellonistica abusiva, scettico Marinelli

“Quelle del sindaco sono parole al vento, appaiono come un contentino per i cittadini”


Roma, 3 settembre 2010 – Il Sindaco di Roma Alemanno e l’Assessore al Commercio Bordoni avrebbero trovato l’accordo sullo stanziamento necessario affinchè il 50% dei maxi cartelloni abusivi venga rimosso. Si ricorda, tuttavia, analoga promessa risalente a tre mesi fa. Sarà la volta buona o si tratta di una mossa tattica per prendere tempo?
Il Responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti Vittorio Marinelli esprime un’opinione molto chiara al riguardo:
“Dopo il tentativo di privatizzazione dell’acqua sarà la volta del vento perché proprio quest’ultimo, il vento, è un altro bene comune prossimo ad essere devastato dai novelli Attila che trovano in Alemanno un esemplare eclatante. Non solo l’acqua infatti o il vento o altri beni comuni, - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – subiscono le aggressioni di queste mani rapaci, ma anche il “guardo” che tanto aveva entusiasmato Leopardi, il quale se si trovasse oggi a mirare il famoso colle, potrebbe decantare le bontà dell’ultima mutanda o dell’utilitaria che fa diventare leone l’ultimo “meschino” e le altre idiozie che i sedicenti esperti di marketing elaborano ogni giorno. Parole quindi al vento quelle di Alemanno che nell’economia globale necessita di bombardare le coscienze collettive con i famigerati loghi. Nell’economia deviata, o meglio nella diseconomia – continua Marinelli – le facezie dell’Attila capitolino, la cui immagine continua ancora a rinvenirsi sui muri della Capitale a distanza di due anni dalle ultime elezioni appare semplicemente un contentino ai cittadini infuriati che forse ricordano come, per buttarla in retorica, la grandezza di Roma, duemila anni fa, si basava proprio sul bene pubblico che era quel qualcosa che appartiene collettività e non dei palazzinari e “mutandari” di oggi”.