mercoledì 20 aprile 2011

De Pierro, Italiani non credano allo stop del Governo sul nucleare


Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Il tutto è stato concepito artatamente per far sì che non si raggiunga il quorum al referendum di giugno prossimo”


Il Governo ha deciso di procedere all’abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari in Italia. Tale decisione sarebbe dovuta alla necessità di acquisire maggiori informazioni scientifiche sui profili relativi alla sicurezza nucleare.
Tutto ciò avrà l’effetto di far decadere il quesito referendario per l’abrogazione della legge con cui si apriva la strada all’utilizzo dell’energia nucleare nel nostro Paese.
Questa scelta sarebbe stata fatta da Palazzo Chigi per evitare che al referendum, sulla scia dell’allarme causato dalla catastrofe giapponese, si raggiunga il quorum necessario per la sua validità. La Sinistra è compatta nel pensare che la scomparsa del quesito dal referendum produca una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio il suo effetto abrogativo salvando, così, la legge sul legittimo impedimento.

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha così commentato la decisione governativa: “Siamo stufi di assistere ad una maggioranza che prende in giro quasi quotidianamente gli Italiani. Prendiamo chiaramente atto della decisione del Governo, ma purtroppo in questi anni i suoi componenti, in primis il Premier, non sono riusciti a conquistare la nostra fiducia. Non ci fidiamo assolutamente, quindi, di quanto sembrerebbe sia stato deciso.
A nostro avviso è solo un modo per stemperare l’onda emotiva seguita ai tragici e noti eventi nipponici. Il tutto è stato concepito artatamente per far sì che non si raggiunga il quorum al referendum del prossimo giugno”.

Continua l’esponente dell’IdD: “Non bisogna dimenticare gli interessi in gioco delle lobby dell’atomo nella svolta del nucleare. E, vista l’ingente cifra in questione, questo Governo non desisterà mai dal suo folle progetto, cosa che potrebbe mettere in discussione la stessa esistenza delle forze politiche che lo compongono. Non dimentichiamo che sono noti a tutti gli interessi che qualche esponente dell’Esecutivo ha nella costruzione delle centrali nucleari.
La questione importante da tener d’occhio – afferma De Pierro – è che a giugno, con il referendum, non si decide soltanto sul nucleare, ma anche sull’acqua pubblica e, soprattutto, sul legittimo impedimento. Gli interessi in gioco sono alti in tutti e tre i quesiti.
Tra l’altro, una mossa di questo tipo, di recedere dalle scriteriate intenzioni di introdurre l’Italia nel tunnel del nucleare, non fa altro che mettere in luce l’attuale maggioranza di Governo come un manipolo di dilettanti allo sbaraglio, in quanto la direzione imposta era stata prospettata come una panacea contro tutti i mali della Nazione. Salvo ora nutrire dei dubbi su queste certezze, si attendono ulteriori accertamenti tecnici, quindi, se non ci fosse stata Fukushima, una legge del genere sarebbe stata concepita con una sbandierata sicurezza che, in realtà, nascondeva grosse falle nella coscienza stessa di chi aveva millantato tali certezze.
Perciò quello che diciamo agli Italiani è di non dar retta a rappresentanti di Governo che in più occasioni hanno smentito loro stessi e di recarsi, invece, compatti, alle urne a votare SI ai tre quesiti posti. Questo per ottenere finalmente un successo legislativo che porti la firma della coscienza popolare.
Noi come extraparlamentari – conclude il presidente del movimento – possiamo fare poco sugli scranni istituzionali, ma ci auguriamo che le forze politiche presenti in Parlamento, che sono in linea ideale con quanto noi propugnamo, non si facciano raggirare da proposte poco credibili. Da parte nostra siamo certi che apporteremo un grosso contributo al referendum stesso”.

giovedì 14 aprile 2011

Indignazione profonda di De Pierro contro prescrizione- breve che favorirà corruzione



Il presidente dell’Italia dei Diritti : “Nessuno venga a dirci che questa non è una legge ad-personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Da oggi, sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale”


Roma –“Sono profondamente indignato di fronte a quanto successo, se c’era ancora qualche dubbio, adesso possiamo essere certi che ci troviamo di fronte ad una Maggioranza che ha legiferato e legifera per rispondere agli interessi del Premier. Ritengo lecito domandarsi se questa proposta di legge sarebbe stata ugualmente formulata se non fosse esistito Berlusconi”.

Commenta con queste parole Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, l’approvazione alla Camera con 314 sì e 296 no, del provvedimento sul “processo breve”, norma che fissa termini di fase per ciascun grado di giudizio e accorcia i tempi d’azzeramento dei reati

“Da oggi – analizza De Pierro - , sono molti i corrotti che saranno maggiormente invogliati a continuare nella loro condotta criminale, infatti questo provvedimento salvaguarderà i comportamenti illeciti dei ‘colletti bianchi’, che nella maggior parte dei casi sono incensurati. Quindi, ben lungi dal varare un espediente anticorruzione, com’era più volte stato sbandierato, ora gli italiani onesti quando vedranno l’esponenziale aumento della corruttele dovranno ringraziare gli esponenti della Lega e del Pdl, in particolar modo i loro elettori che hanno risposto più ai proclami roboanti della propaganda dell’asse Bossi – Berlusconi, piuttosto che al lume della ragione. Infatti penso che chi ha votato questa maggioranza o l’ha fatto per rispondere al richiamo d’interessi personali, cosa che avrebbe anche una logica, sebbene discutibile, oppure per mera ignoranza o incapacità di comprendere ciò che stessero facendo. Nessuno venga a dirci – sottolinea il presidente dell’Italia dei Diritti - che questa non è una legge ad-personam in quanto mira a tutto quanto serve al Premier per l’impunità nel processo ‘Mills’. Anzi sembra sia studiata apposta per favorire il Presidente del Consiglio : vale per gli incensurati e infatti Berlusconi è incensurato, l’accorciamento è molto limitato , guarda caso giusto quel tanto che basta per evitare una condanna al Premier e, cosa più importante, queste regole si applicano quando non si è ancora in presenza di una sentenza di primo grado, e infatti in nessuno dei procedimenti che vedono imputato Berlusconi esiste già pronuncia di una primo verdetto”.


I deputati, riuniti in seduta notturna, hanno eseguito le procedure di voto mentre all’esterno di Montecitorio si levavano le proteste dei familiari delle vittime di tante tragedie italiane, toccate negativamente dalle modificazioni giurisprudenziali. La discussa norma cancellerà infatti numerosi procedimenti, tra cui l’inchiesta seguita al terremoto dell’Aquila, quella per la strage di Viareggio, quelle per i crac Cirio e Parmalat e quella sullo scandalo rifiuti a Napoli.

“Il problema – evidenzia il presidente dell’Italia dei Diritti - è che per salvare Berlusconi si manderanno al macero tantissimi processi, con le ovvie conseguenze. Il progetto iniziale prevedeva l’istituzione di processo breve con una durata prestabilita che, in caso di sforamento di tali tempi, si estingueva automaticamente, in un meccanismo che era manifestamente folle. Ora invece, in caso di sforamento, il tutto andrebbe a ricadere sul magistrato inadempiente, anche se l’eventuale ritardo fosse dovuto a carenze dell’apparato piuttosto che responsabilità individuali, sembrerebbe quindi quasi un’intimidazione nei confronti della magistratura. D’altronde lo stesso Alfano ha ammesso un aumento delle prescrizioni parlando di uno 0.2 %, cifra sulla quale non siamo d’accordo in quanto, in sintonia col CsM, riteniamo saranno almeno il 10% in più e di fronte all’alto numero di quelle che hanno già luogo abitualmente appare assurdo e illogico. Ancora più incredibile è che questo avvenga a fronte di un incremento del 30% dei reati di corruzione che, per essere debellata, necessiterebbe di una legge specifica, cosa che tra l’altro, è stata già imposta dalla normativa europea. E – sottolinea De Pierro - visto che il ministro Alfano si è ben guardato dal dire alla gente quali saranno i reati più colpiti dalla prescrizione breve, ci pensiamo noi. Si parla soprattutto di illeciti che vengono contestati ai famosi “colletti bianchi” e perciò: truffa, aggiotaggio, bancarotta oppure incidenti sul lavoro e, naturalmente, la corruzione. Tutti crimini – conclude – che inquinano ulteriormente il nostro sistema già abbondantemente malato per la condotta scriteriata di tanti rappresentanti istituzionali, politicanti e non, che, quotidianamente, mettono in atto comportamenti volti a salvaguardare gli appetiti personali e le smanie di privilegi, piuttosto che il bene supremo della collettività”.

L’Italia dei Diritti svela il mistero delle microspie nell’ufficio della Polverini


Il movimento è venuto in possesso di un documento redatto dai sindacati e indirizzato a varie autorità istituzionali, da cui risulterebbero particolari scabrosi sulla vicenda

Roma – Il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro dopo aver preso visione, assieme ai responsabili laziali, del documento redatto congiuntamente da : CGIL – CISL - UIL e inviato alla presidente Polverini, ai responsabili della sicurezza della giunta regionale , al prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, al questore Francesco Tagliente al Nucleo Ispettivo della Guardia di Finanza e al Comando Generale dei Carabinieri, ha deciso di divulgare rilevanti informazioni e raccontare cosa sarebbe successo nei palazzi della Regione Lazio.

Potrebbe non sussistere mistero per quanto riguarda la vicenda delle microspie negli uffici della Polverini anzi, appare inquietante il fatto che molti siano a conoscenza di questioni quantomeno scottanti. Al punto che i 3 sindacati abbiano comunicato alle autorità preposte a tutti i livelli accadimenti clamorosi, che sarebbero avvenuti all’interno di Via R.R. Garibaldi, sede della giunta regionale. Come evidenziato nelle carte, le circostanze avrebbero avuto luogo il 3 e il 18 marzo scorsi. Notte tempo i vigilanti della ‘Roma Union Security’, sarebbero stati distolti dai compiti di controllo, con il pretesto di una riunione durata ben 3 ore, da un Tenente e da un appuntato dell’Istituto privato di appartenenza che, successivamente, avrebbero fatto accedere nel palazzo 4 persone sconosciute. Tali soggetti, come recita il documento approfittando , dopo essere venuti in possesso delle chiavi di alcuni uffici, si sarebbero introdotti nei piani della Presidenza della Giunta regionale e della vicepresidenza per agire indisturbati, in modo illegittimo, per circa 2 ore.

Non è possibile affermare con certezza cosa sia accaduto davvero all’interno degli uffici, se quel movimento sarebbe servito per collocare le microspie ritrovate o se “semplicemente” si sarebbe approfittato dell’invasione per visionare fascicoli di particolare importanza. In ogni caso resta da chiarire come sarebbe stato possibile allontanare il personale dai compiti istituzionali, operando una grave intromissione con un atto illecito. Dal documento si evidenzia inoltre che le Guardie che avrebbero chiesto spiegazioni sulla vicenda alla società, sarebbero state trasferite ad altra sede e allontanate dai rispettivi compiti, sebbene la stessa azienda avrebbe risposto loro che “i fatti avvenuti erano stati regolarmente disposti dal vertice aziendale”. Circostanza che getterebbe ulteriori ombre sulla vicenda.

Il commento su quanto divulgato dal movimento extraparlamentare viene affidato a Carmine Calardo , viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti : “Va premesso che non sappiamo se Lotito – il presidente della ‘Roma Union Security’ - sia al corrente o se abbia lui dato ordine di fare questa azione deprecabile, contraria a ogni decenza, ad ogni regola di convivenza libera. Un’azione di spionaggio al limine della criminalità. Sicuramente Lotito però è responsabile di aver messo a capo delle sue società persone con un’etica alquanto discutibile. La Polverini – dichiara Celardo - è vittima di una faida interna agli amici della destra, che si stanno scannando per spartirsi questa torta. Noi come Italia dei Diritti, abbiamo già denunciato riguardo ai servizi di vigilanza, manovre al limite della criminalità. Quanto letto nelle carte, non fa che avvalorare la mia sensazione, ovvero che c’è un assalto alla diligenza, si stanno scannando per dividersi gli appalti alla faccia dell’onestà, contravvenendo a tutte le regole alla base di una libera concorrenza. Ci aspettiamo dalla Polverini – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro - , visto che ha taciuto precedentemente, una risposta chiara e precisa, una netta presa di posizione . La governatrice deve dimostrare chiaramente a tutti i cittadini, come intende amministrare questa regione. I fatti sono pulizia e onestà non chiacchiere”.

giovedì 7 aprile 2011

De Pierro chiede le dimissioni dei Responsabili “fascisti” di Scilipoti


Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Non dobbiamo sottovalutare questi pericolosi rigurgiti di un triste passato. Ciò vorrebbe dire che la storia non ci ha insegnato nulla”

Roma - Il plagio ultimamente va di moda. Chissà se l’ex dipietrista Domenico Scilipoti si sia accorto che il manifesto del Movimento di Responsabilità Nazionale, di cui è segretario, presenta diverse frasi praticamente identiche a quelle del “Manifesto degli intellettuali fascisti” del 1925. Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, dimostra di non avere alcun dubbio sulla vicenda: “Fino a quando non verrà presa in considerazione la nostra proposta di vietare i cambi di casacca nel corso della legislatura, cosa che va manifestamente a tradire l’espressione di voto dell’elettore, potremo assistere ancora a cose del genere e forse anche peggio”.

“La cosa non mi meraviglia affatto - chiosa il leader dell’organizzazione extraparlamentare - ma, pensando a Scilipoti, mi chiedo quale sia la piattaforma ideale su cui basa la sua attività politica, in questo bailamme di contraddizioni esternate. Il tutto risulterebbe chiaro se a Scilipoti questa linea fosse stata, invece, suggerita da qualcun altro. Ciò mi meraviglierebbe ancora di meno, dal momento che la linea tracciata dall’attuale Esecutivo non lascia spazio a dubbi. Un esempio è dato dalla recente proposta di cancellare il reato di apologia del fascismo quando, in passato, abbiamo visto in Parlamento partiti che, a mio avviso, non avrebbero dovuto assolutamente esserci, in virtù del fatto che riprendevano palesemente la dottrina elaborata da Mussolini e dai suoi adepti”.

In conclusione, De Pierro non nasconde le sue perplessità sull’attuale Governo: “Non dobbiamo sottovalutare questi pericolosi rigurgiti di un triste passato. Vorrebbe dire che la storia non ci ha insegnato nulla. La nostra lotta è per la democrazia e la legalità e tutto ciò va a scontrarsi con quanto la memoria ci ripropone, ricordando il tragico ventennio. Se ancora oggi in Parlamento c’è chi propugna queste tesi e abbiamo un presidente del Consiglio che si sente al di sopra delle leggi, come il Duce di allora che, però, aveva un senso delle istituzioni indubbiamente più solido, allora dobbiamo pensare che il percorso sarà ancora lungo. A questo punto, forse, dobbiamo muoverci verso un’abolizione per legge di tutte quelle formazioni politiche che propongono modelli attinti dal patrimonio ideologico fascista, cosa che certamente non potrà avvenire con questo Governo dove spesso trapelano, in abbondanza, note comportamentali dittatoriali. Vale a dire che quanto fatto da Scilipoti e dal suo movimento dovrebbe portare, immediatamente, all’abolizione del suo gruppo e alla decadenza immediata dal ruolo di parlamentari di tutti i suoi componenti”.

Antonello De Pierro commosso ricorda Gianni Brezza


Il presidente dell’Italia dei Diritti : “Abbiamo perso una persona elegante e autentica cosa non molto comune nel mondo dello spettacolo.Lascerà un grosso vuoto”



Roma – “La notizia della morte di Gianni mi ha lasciato sgomento, mi è tornato alla mente il tempo trascorso lavorando insieme molti anni orsono in Rai e, forse, se oggi posso dire di aver ottenuto qualche soddisfazione professionale, lo devo un po’ anche a lui e naturalmente alla sua amata Loretta. Abbiamo perso una persona elegante e autentica, cosa non molto comune nel mondo dello spettacolo. L ascerà un grosso vuoto”.

Un commiato sincero e ricco di cordoglio quello di Antonello di De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti, nei confronti di Gianni Brezza, ballerino, attore e regista italiano scomparso martedì scorso dopo una lunga malattia, all’età di 69 anni. Spezzino, nato a novembre del 1942, Brezza è stato primo ballerino negli anni d’oro della Rai, partecipando con successo a programmi come “Canzonissima”, “Studio Uno” e “Milleluci” proseguendo poi il suo percorso artistico come rinomato coreografo e regista. Una luminosa carriera vissuta per trenta anni al fianco della sua compagna di sempre, Loretta Goggi, sposata nel 2008 e ora, profondamente addolorata per la perdita dell’uomo della sua vita.

“In questo momento – dichiara De Pierro - mi sento vicino a Loretta in quanto sicuramente non riuscirà a dimenticare, ma con il tempo si abituerà a convivere con la sua assenza. Non lo sentivo da un po’ ma uno dei ricordi più intensi, che indica in qualche modo il tipo di personaggio che era, è la sua risposta quando lo chiamavo al telefono. Invece del tradizionale ‘pronto’ lui esordiva con un “solo buone notizie”. Da oggi – conclude il presidente dell’Italia dei Diritti - ci sentiremo sicuramente un po’ più soli”.

In ospedali Lazio 9 milioni di prestazioni fuori lista, Marinelli sarcastico


Il responsabile regionale dell’Italia dei Diritti : “Sempre più la sanità, ed è un’ altra sconsolante verità, rappresenta l’apoteosi del magna-magna generale”


Roma – Potrebbero essere definiti i “furbetti dell’ospedale” quei quasi 9 milioni di cittadini del Lazio che, stando alla denuncia di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato, avrebbero goduto di visite mediche ed esami clinici senza prenotazione nelle strutture pubbliche regionali. Sotto banco il 63% delle prestazioni sanitarie, ad esclusivo vantaggio di coloro che, attraverso la concussione o una semplice raccomandazione, aggirano in questo modo i tempi biblici delle liste d’attesa.

“Il dato dimostra una verità davanti agli occhi di tutti – osserva caustico Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti - , ossia la strepitosa carriera politica dei medici che, a parte quelli del Premier, hanno praticamente sostituito gli avvocati nelle fortune politiche. A coloro i quali poteva forse venire in mente un dubbio su cosa c’entrassero i medici nella politica, settore in cui sarebbero maggiormente portati gli esperti della dialettica, la ricerca di oggi fornisce una chiara risposta. Mentre un tempo- prosegue Marinelli - il contado risultava perfino entusiasta di chi con enfasi difendeva i princìpi, ora quello che conta è solo saltare la fila. Detto in altri termini chi ha l’amico avvocato, architetto, ingegnere, operaio, impiegato e così via può anche crepare, chi ha l’amico medico ha salva la vita. Il problema però è che il tipo italico è in modo ‘lombrosiano’ criminalmente corrotto, perché l’entità dei numeri dimostra come il sistema a modo suo funzioni, ed è voluto e desiderato”.
Il rapporto regionale di Cittadinanzattiva ha evidenziato inoltre le terribili lungaggini alle quali vanno incontro i cittadini onesti. Occorrono oltre 100 giorni per una mammografia, quasi un anno per una ecografia dell’addome, 186 giorni per una visita cardiologica. In questo contesto risultano ancora più pesanti le percentuali delle prestazioni erogate senza prenotazione : il 70.9 % alla Asl Viterbo , il 68.% alla Asl Frosinone e il 67.6 % alla Asl Latina. Il poco invidiabile primato va all’Umberto I di Roma, nel nosocomio risultano infatti fuori lista ben l’85.8 % dei servizi erogati.

“Sempre più la sanità - aggiunge l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro -, ed è un’ altra sconsolante verità, rappresenta l’apoteosi del magna-magna generale. Nulla di nuovo in quanto già dall’antica Roma esisteva il deprimente atteggiamento clientelare. Il fatto poi – chiosa con amara ironia Marinelli - che l’ospedale dove il fenomeno impazza sia dedicato al sovrano d’Italia, dimostra che lo stivale, gira e rigira, in 2000 anni è rimasto sempre uguale”.

mercoledì 6 aprile 2011

Sciopero fame e sonno per gli agenti di Rebibbia, Celardo solidale


Il viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Il nostro movimento è al loro fianco nella richiesta legittima di rispetto della dignità e resistenza umana al lavoro”

Roma – A partire da questa mattina gli agenti della polizia penitenziaria del carcere femminile di Rebibbia hanno intrapreso uno sciopero della fame e del sonno come protesta contro i tagli al personale. Gli agenti denunciano in una lettera al direttore della struttura l’insostenibilità della situazione lavorativa.

“Quello che sta succedendo è molto grave – sostiene Carmine Celardo, viceresponsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti -, siamo profondamente solidali con le operatrici del carcere. A loro va tutta la nostra stima e gratitudine per il lavoro eccezionale che svolgono quotidianamente. Il nostro movimento è al loro fianco nella richiesta legittima di rispetto della dignità e resistenza umana al lavoro. Non è accettabile una situazione per cui il governo, che va strombazzando giustizia e legalità, apporti tagli orizzontali all’intero comparto della sicurezza; basti pensare alle volanti della polizia ferme perché non ci sono soldi per il carburante”.

Le donne dichiarano sciopero ad oltranza, finché non verrà incrementato il personale, rimanendo all’interno dell’istituto senza mai rientrare a casa.
L’ ala ‘rosa’ del penitenziario romano, già sovraffollato, difficilmente potrebbe continuare a garantire un servizio efficiente, a fronte di una riduzione massiccia dell’organico.

“Gran parte delle carceri italiane soffrono di sovraffollamento e nei prossimi mesi ci sarà un aggravamento dovuto alla recente immigrazione clandestina proveniente dal Nord Africa, la quale sicuramente porterà qualche migliaio di detenuti in più da gestire. Ci rivolgiamo al Ministro della Giustizia – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello de Pierro - affinché prenda provvedimenti immediati ed accolga la richiesta dell’apertura di un tavolo di dialogo con i sindacati”.