mercoledì 27 maggio 2009

Acqua in economia all’Umberto I, Marinelli attacca


Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Occorre indagare sui partecipanti al banchetto del disavanzo pubblico”



Roma - “Mancava soltanto l’Umberto I all’appello dello sfascio generale che riguarda la Sanità del Lazio”. Così Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, commenta l’allarmante carenza di reagenti, carta igienica, garze, pannolini e addirittura acqua da bere al Policlinico Umberto I. Sembra, infatti, che a ogni paziente venga distribuito, con queste temperature, meno di un litro d’acqua al giorno.
“Nonostante quest’ultimo nosocomio - afferma Marinelli - abbia, allo stato attuale, recuperato ampiamente rispetto agli altri, ora appare intenzionato a voler raggiungere probabilmente la pole position del mal funzionamento. Occorre a questo punto, allora, indagare sui compensi e sulle retribuzioni dei vari amministratori e su quelle degli altri partecipanti al banchetto del disavanzo pubblico”.
“E’ infatti evidente - continua il responsabile regionale del movimento presieduto da Antonello De Pierro - che, poiché i soldi che vengono destinati dallo Stato alle Regioni, sono nella stessa misura di quelli erogati, per esempio, dalla Svezia, mi sembra logico che nel nostro Paese qualcosa non quadra. Infatti questo flusso di denaro imponente serve a tutto, vale a dire auto blu, mobilia di lusso, viaggi pseudoscientifici e chi ne ha più ne metta del “magna magna” generale, fuorché a dare servizi ai cittadini”.
“Si inizi, quindi - dice Marinelli - a tagliare questi sprechi vergognosi e, con i soldi così recuperati, si provveda ad acquistare le cose primarie per l’esistenza di un degente”.
Poi conclude: “E visto che ci siamo, si proceda oltremodo a risparmiare sull’acqua minerale considerato che, stante la bontà dell’acqua del nostro rubinetto, l’acquisto delle inquinanti bottiglie di PET sembra l’ennesimo regalo all’amico di turno”.

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