martedì 3 maggio 2011
Decreti ingiuntivi per istituto vigilanza Defensecurity, parla Celardo
Il vice responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti si appella alle istituzioni:
“Il Prefetto risponda ai quesiti lanciati dall’opinione pubblica.
Serve massima coerenza e serietà”
Roma – E’ giunta ai nostri uffici la segnalazione da parte di Simone Del Brocco, ex guardia giurata e promotore del forum “Stopdefensecurity", di un’azione legale che sarebbe stata avviata, diversi mesi fa, nei confronti della Defensecurity, società di vigilanza privata, da parte di alcuni dipendenti rappresentati dall’avvocato Luca Amendola, a fronte di mancata retribuzione. Il 20 Aprile scorso ufficiali giudiziari, come si apprende dalla nota, avrebbero fatto ingresso nello stabile della società, tra i cui soci figurano il noto immobiliarista parmense Vittorio Casale e i fratelli Emanuele e Davide Degennaro, noti costruttori di Bari. Sarebbe già pronta la lista di pignoramento. Soddisfazione tra gli ex dipendenti che dopo mesi di battaglie finalmente vedono che qualcosa inizia a muoversi.
Si esprime sulla faccenda Carmine Celardo, vice responsabile per la regione Lazio dell’Italia dei Diritti: “Pur nella sua drammaticità per i risvolti patrimoniali ed economici delle famiglie coinvolte, questa vicenda è sintomatica di un malessere che gravita attorno al settore della vigilanza privata, non solo nel Lazio ma in tutta Italia”.
“Sono molti quelli che hanno individuato nel settore della vigilanza privata un business che pone importanti voci di spesa a carico della collettività – fa presente Celardo - su tutti basta vedere il recente scandalo della Polverini che ha visto protagonista alcuni istituti di vigilanza di rilievo nazionale”.
Incalza l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro: “La liberalizzazione della pubblica vigilanza ai privati, di fatto, stimola operazioni ai limiti della pirateria. Non si può aprire una società versando centomila euro e deliberando un capitale sociale di sei milioni di euro”.
L’esponente dell’Italia dei Diritti è lapidario: “Non c’è alcuna riserva patrimoniale, in questo modo si fa presto a mandare a spasso le famiglie, come testimonia la triste vicenda della Defensecurity”.
“Non vogliamo criminalizzare nessuno, tanto meno mettere all’indice i vari nomi del settore, ma è evidente – continua - che qualcosa non va, ed è necessario alzare la guardia. Critichiamo fortemente il comportamento di questi imprenditori improvvisati. Persone che non hanno esperienza, senza credenziali né qualifiche, vengono elevate a rango di poliziotti: tutto questo è inaccettabile”.
Celardo si appella alle istituzioni: “A questo punto chiediamo che il Prefetto cominci a valutare seriamente l’ipotesi di rispondere in conferenza stampa a quanto viene avanzato dalla pubblica opinione. Vogliamo massima coerenza e serietà da parte della Prefettura, esigiamo chiarimenti”.
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Da quando è stato scritto questo articolo la situazione non è cambiata di molto, chi doveva intervenire non ha fatto nulla, pagamenti solo parziali e solo per una manciata di dipendenti, pochissimi saldati, ora staremo a vedere con l'istanza di fallimento che si sta avviando da parte di un gruppo di ex dipendenti!!! Vorrei sapere come fanno ancora a stare in piedi e come possono ancora avere l'autorizzazione dal prefetto ad operare come istituto di vigilanza visto che và dimostrata la capacità tecnica!!!! L'italia della vergogna! Non ci tutela nessuno!!!!
RispondiEliminaciao sicurtamente ti ricorid di me ci siamo ,,telematicaqmente conosciuti ,,
Eliminaho saputo di altri ragazzi ,,'gabbati' con lo stesso modus operandi ,poi ,..non ho piiu seguito nulla sula vicenda ,spero che qualcosa si sia mosso ,,anche se in giro si e' letto poco o nulla ....